03.11.2023 12:40
Si è svolta a Varazze la II edizione del "Convegno internazionale sulla lingua ligure"
Domenica 29 ottobre 2023, presso la Sala Consiliare del Municipio di Varazze si è svolto il 2° Convegno Internazionale di Studi in onore di Fiorenzo Toso, organizzato dall’Associazione Culturale U Campanin Russu, insieme con la dott. Erica Autelli (Universität di Innsbruck e Università di Sassari), in qualità di responsabile scientifica. Prima dell’inizio dei lavori e dopo i saluti delle autorità presenti (il sindaco Luigi Pierfederici, l’assessore regionale Alessandro Bozzano e l’assessore alla cultura del Comune di Varazze Mariangela Calcagno), il presidente del Campanin Russu, Giovanni Ghione, ha ricordato la figura di Fiorenzo Toso, il compianto amico, studioso di glottologia e linguistica, già promotore del convegno del 2018. Anche il figlio, dott. Pietro Toso, è intervenuto ricordando con simpatia e affetto il padre, a cui è dedicato il convegno odierno, che si è articolato in due parti.
La prima, presieduta dal prof. Werner Forner, è iniziata con l’intervento del dott. Giorgio Toso (Università degli Studi di Genova) il quale ha presentato la sua ricerca su “Gli usi linguistici dei genovesi di Tunisi: alcuni riferimenti nella documentazione italiana e francese (sec. XVIII-XIX)”. Dai documenti relativi al XVIII secolo, soprattutto carteggi, risulta che la lingua italiana era conosciuta e usata da molti, anche nello stesso consolato francese di Tunisi, mentre nel corso del XIX secolo l’italiano cede via via il posto alla lingua francese. Presso i liguri di Tunisi invece era comunemente parlato il genovese, ma compare solo in due documenti del 1805. Nell’intervento successivo, della dott. Autelli (Gli sviluppi della lessicografia genovese con GEPHRAS2), viene presentato il progetto GEPHRAS2, cioè la creazione di un nuovo dizionario fraseologico genoveseitaliano, dedicato alla fraseografia (fraseologia e lessicografia). GEPHRAS è l’acronimo di “frasemi genovesi”, cioè collocazioni di parole, a volte semifisse e parzialmente idiomatiche, a volte fisse (idiomatiche). Lo scopo è individuare e raccogliere frasemi genovesi e tradurli in italiano. Il tutto viene inserito in un database tradizionale e pubblicato sotto forma di dizionario on line, liberamente accessibile. Il dott. Davide Garassino (ZHAW Zürich) e il prof. Lorenzo Filipponio (Università degli Studi di Genova) non sono potuti essere presenti per motivi personali, quindi si passa all’intervento successivo del dott. Philippe Boula de Mareüil (TLP Orsay cedex) e del prof. Antonio Romano (Università degli Studi di Torino), i quali parlano delle Innovazioni rispetto al latino, attraverso un atlante sonoro dell’Europa romanza. Da un’analisi attenta non emerge una netta differenza tra lingua e dialetto. Il ligure ha caratteristiche gallo-italiche, ma è molto più vicino al toscano che non al piemontese; ha una sua individualità che si evidenzia nelle caratteristiche isosillabiche. Dopo la pausa pranzo ha inizio la seconda parte del Convegno, presieduta dalla dott. Autelli. Il primo intervento è del dott. Werner Forner (Universität di Siegen), intitolato Truin Zeneixi – Alcuni processi grammaticali al margine dei dialetti genovesi. Come i tuoni sono generati da una serie di processi che determinano un solo fenomeno, così sono suscettibili di analisi i fatti linguistici che determinano una sola realizzazione fonetica. Il professore analizza quindi alcuni fonemi che si differenziano a seconda della pronuncia, attraverso sia regole, che possono essere del sistema o di realizzazioni, sia principali varianti geografiche. A volte le regole fonetiche sono contraddittorie, come succede con la metatesi (trasposizione di fonemi all’interno di una parola), che vige in alcune parole e in altre no. Si deduce che alcuni suoni fonetici immediati fanno diventare insignificanti le regole. Per questo è interessante comparare la fonetica delle realizzazioni dei dialetti vicini per comprendere le varie regole che stanno alla base della pronuncia delle parole, cioè della fonetica. In tal modo si mettono in evidenza gli adattamenti fonetici della geografia linguistica, che serve dunque da sostegno alla fonologia. Il dott. Andrea Acquarone non è potuto intervenire per presentare la sua relazione (Dieci anni di pubblicistica in genovese), ma ha mandato un video nel quale parla del suo impegno a sostegno del genovese attraverso la pagina del Secolo XIX, Parlo ciaeo. Nonostante non sia facile leggere la lingua genovese, il progetto è stato un successo, grazie anche alla collaborazione con il prof. Toso, che ne capì fin da subito l’importanza. Quindi il poeta Alessandro Guasoni, con il suo intervento su Il genovese in poesia e in prosa dal Novecento a oggi, presenta una panoramica sulla letteratura in genovese. I temi in essa maggiormente presenti sono di contenuto comico o folcloristico, sia per quanto riguarda i testi poetici sia per quelli teatrali. La produzione attraversa un periodo di crisi nel secondo dopoguerra, con l’aumento della scolarizzazione, ma non mancano reazioni identitarie. Con Edoardo Firpo nasce un tipo di poesia che si sgancia dai pregiudizi di arretratezza e regionalismo. Un discorso a parte meritano i testi di De André, che vanno inquadrati nelle esperienze personali dell’autore. Il dott. Giuseppe Gandolfo presenta Il caso “piscialandrea”. Semiotica, tradizione, identità, contaminazione. Piscialandrea è una specie di pizza tipica della zona tra Oneglia e Nizza. Gandolfo spiega l’origine del termine, ripercorrendo così una parte della tradizione linguistica del ponente ligure. Infine, il prof. Giannino Balbis, non potendo essere presente, ha mandato la relazione del suo intervento Alta Val Bormida dialettale: l’ultimo decennio, letto dal prof. Tiziano Franzi. La relazione tratta dell’identità e della peculiarità dei dialetti valbormidesi, con particolare attenzione alla loro “salute”. Oggi c’è poco futuro per i dialetti valbormidesi, a causa della crisi dell’uso: la loro regressione è un cammino irreversibile, che tuttavia impone una attenta riflessione sulla perdita delle radici identitarie. La difesa del dialetto non porta necessariamente a una radicalizzazione, bensì a considerarlo come un bene culturale da proteggere e conservare, come lingua degli affetti e dei ricordi. A conclusione del Convegno, il musicista Davide Baglietto ha eseguito alcuni brani con una particolare cornamusa, di cui ha spiegato l’origine genovese in base a testimonianze documentate, così come un altro strumento, la sanforgna, una specie di scacciapensieri medievale, col quale dà prova delle sue abilità musicali. A ricordo dell'evento, a tutti i relatori è stata consegnata, direttamente dalla titolare della Piccola Fornace di Varazze, Maura Frumento, un'artistica ceramica appositamente realizzata. Il convegno, ripreso da Televarazze (AMA Liguria – canale 99) è stato un successo. Sinceri complimenti al Campanin Russu sono stati espressi da tutti i relatori, ampiamente soddisfatti dall’organizzazione della manifestazione.