Il richiamo all'arte e alla fede nel segno inconfondibile del genio di Leonardo da Vinci e nella pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio hanno avuto un significativo successo di critica e di pubblico.
Nelle serate di mercoledì 21 e 28 agosto, condotte dal nostro parroco Don Claudio Doglio, nel giardino delle Boschine, e giovedì 5 settembre, nel Chiostro di San Domenico a Varazze, da Mons. Pierangelo Chiaramello, Vicario Generale della Diocesi di Fossano, hanno illustrato con le loro dotte conferenze il celeberrimo "Cenacolo", descrivendo i vari protagonisti "dell'ultima cena", ritratti come in una moderna istantanea, nell'atto, cioè dello sgomento suscitato da Gesù con l'affermazione "uno di voi mi tradirà”. Ogni Apostolo "è stato "legato" da Leonardo nel proprio segno zodiacale, con al centro il sole, Gesù - luce e potenza sull'universo visibile e invisibile, un mondo composito che ha racchiuso in se la natura circostante, le quattro stagioni, dalla fresca primavera al grigiore dell'autunno, in un sapiente cambio di colori e di sensazioni", che soltanto l'occhio esperto dello studioso può aiutare a comprendere nella sua completezza. Altri particolari del Cenacolo, per molti inediti, sono stati resi noti nel corso delle affollate conferenze: quali la differenziazione dell'idea leonardesca nel rappresentare il dramma incombente del tradimento di Giuda partendo dalla primitiva serenità di un'agape fraterna (la gioia dello stare insieme), scena di una sofferta delicatezza se confrontata con la tragicità della Crocifissione, dipinta nello stesso refettorio da Antonello Manfrotti.
Un’illuminante descrizione dei conferenzieri con precisazioni ad onore dell'Ordine Domenicano, che anche durante il refettorio dei Padri, dovevano sentirsi immersi nel paesaggio della terra Santa, ispirati da dipinti che, come il Cenacolo, ne confortavano spiritualmente la visione.
"Il Cenacolo”, spiegano ancora i docenti, segna “l'inizio dell'arte e del mondo moderno (dopo la scoperta dell'America), nel modo di dipingere la realtà che ci riporta all'istantanea dell'evento", l’anticipo, azzardiamo noi, di quella che sarà la fotografia, ma che Leonardo fa movimentare e parlare con i gesti e le drammatiche espressioni dei volti dei protagonisti.
Le tele dipinte dal Caravaggio nell’ultima cappella della navata sinistra della Chiesa di San Luigi dei Francesi, appartenuta alla famiglia Contarelli rappresentano: La Vocazione di san Matteo con la "chiamata" di Gesù nei confronti di Matteo colto nella sua professione di gabelliere, come nei quadri dei cambiavalute tanto diffusi in area fiamminga. La fama del dipinto, però, è dovuta principalmente al cono di luce che invade la stanza raggiungendo Matteo, riproducendo la direzione della luce reale proveniente dalla finestra della cappella.
La tela di destra rappresenta il Martirio di san Matteo, che viene ucciso mentre sta officiando messa sull'altare: il momento è fissato dal pittore lombardo in una scena drammatica e realistica.
Le belle e illuminanti serate sono state introdotte dall'Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno e presentate dal Priore Padre Daniele Mazzoleni, con il supporto tecnico dello staff del Campanin Russu, guidato da G.B. Giusto, come avvenuto nei precedenti eventi tenuti dal Parroco di S. Ambrogio Don Claudio Doglio, su Leonardo e Caravaggio. Un elogio ai Padri Domenicani per questa intensa attività culturale che ha caratterizzato l'estate varazzina.
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